In questo periodo di emergenza Coronavirus, con la maggior parte delle attività ferme o rallentate, le truffe sono aumentate in maniera esponenziale sia per numero che per varietà.
Anche se truffe in circolazione non sono molto diverse da quelle che giravano prima della pandemia, sono più aggressive perché sono state adattate al periodo e hanno la rara possibilità di attirare in trappola un pubblico più ampio e, forse, meno attento.
La truffa Wanigirl, nonostante il nome esotico con cui è stata battezzata, ha lo stesso meccanismo delle ben note truffe telefoniche degli squilli fantasma che, se richiamati, sono in grado di prosciugare il credito telefonico o attivare abbonamenti a servizi a pagamento non richiesti.
Questa volta i numeri da cui provengono le telefonate sono soprattutto stranieri, in prevalenza si tratta di numeri inglesi (prefisso +44) e tunisini (+216). La tecnica è la stessa delle altre: arriva una chiamata sul cellulare proveniente da un numero estero (pochi squilli) e, a distanza di qualche minuto, l’evento si ripete identico. A quel punto molti sono tentati di richiamare e cadono nella trappola dei truffatori e si vedono scalare il credito telefonico.
Il costo di questo tipo di truffe telefoniche si aggira intorno a 1,50 € ogni 10 secondi che si resta in linea. Alcuni bot simili a Wanigiri sono i grado di attivare abbonamenti a servizi a pagamento (spesso a luci rosse) che scalano credito telefonico spesso senza che l’utente se ne accorga.
L’unico modo per evitare di incorrere un queste spiacevoli sorprese è quello di non richiamare mai numeri sconosciuti, soprattutto provenienti da numeri fissi stranieri o di province italiane in cui non si hanno conoscenze.
Se per errore si finisce vittima di questa truffa, è necessario chiamare subito il servizio clienti del proprio operatore telefonico in modo da segnalare la cosa, disattivare eventuali abbonamenti, chiedere il rimborso e bloccare future telefonate provenienti da quel numero.
