La Polizia Postale informa che una nuova ondata di phishing si sta diffondendo tramite email che hanno come mittente la presunta Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Brigata dei Giovani della Repubblica Italiana e contengono false convocazioni giudiziarie firmate dal Capo della Polizia. Le email riportano persino il logo dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza (ACN).
Il contenuto della convocazione giudiziaria
Nel vittima viene accusata di reati molto gravi come pornografia infantile, pedofilia, esibizionismo e pornografia informatica secondo la Legge n°38 del Codice di Procedura Penale del 6 febbraio 2006. Il comunicato non da altre informazioni, ma la vittima viene invitata a rispondere all’email entro 72 ore chiarendo la propria posizione e scrivendo le proprie eventuali giustificazioni che verranno analizzate per stabilire la sanzione più consona (vedi l’esempio diffuso dalla Polizia Postale).
Le minacce
In caso la vittima non provvedesse entro i termini indicati il materiale verrà trasmesso “al procuratrice generale e specialista in Cybercrime” che emetterà un mandato di arresto e iscriverà il suo nome nel registro dei “sex offenders” della sua zona.
Ma non è tutto: in caso di mancata risposta l suo nominativo sarà trasmesso a tutte le associazioni che lottano contro i reati di pedopornografia per la diffusione sui media.
Il ricatto
Se la vittima cade in trappola e risponde, inizia il ricatto. Gli viene detto che, per evitare una condanna e la segnalazione al distetto di Polizia più vicino alla sua zona di residenza, deve pagare una somma di denaro.
Come difenderti
Come sottolineato dalla Polizia Postale, nessuna forza di Polizia contatterà mai direttamente i cittadini via email o messaggi per chiedere informazioni, dati personali o pagamenti e minacciando procedimenti penali. Quindi ignora sempre questo tipo di messaggi senza nessuna paura.
È essenziale non cadere nel panico di fronte a simili messaggi, ma piuttosto segnalarli immediatamente alle autorità competenti.
