Secondo i dati diffusi dal Portale dell’Istruzione Superiore del Ministero dell’Università e della Ricerca, gli studenti iscritti all’Università in Italia son 1.793.210, di cui circa il 27% fuori sede (percentuale in costante). Il bacino di potenziali locatari è quindi piuttosto goloso per proprietari di immobili in città universitarie, ma anche (purtroppo) per i truffatori immobiliari.
In questo articolo abbiamo già affrontato l’argomento dando alcuni consigli agli studenti (e ai lavoratori fuori sede) per evitare truffe quando si sceglie un immobile in affitto: Affitti studenti: 6 consigli per evitare le truffe.
Ora approfondiamo l’argomento con un focus sul contratto d’affitto per gli studenti, il canone concordato e le modalità di pagamento.
Il contratto d’affitto per studenti universitari
Il contratto di affitto destinato agli studenti è disciplinato dalla Legge n. 431 del 1998, che ha introdotto specifiche agevolazioni sulla tassazione e regole sulla durata e sul canone.
Il contratto di locazione per studenti universitari ha una durata variabile da 6 mesi e 3 anni (rinnovabile per lo stesso periodo), il suo canone deve essere sotto una soglia stabilita (canone concordato) e offre al proprietario la possibilità di usufruire della cedolare secca al 10%.
Inoltre perché il contratto sia valido, deve contenere: dati catastali dell’immobile, gli attestati di conformità degli impianti e la certificazione energetica e deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla sottoscrizione.
Il canone d’affitto concordato
I tetti relativi al canone d’affitto per i contratti dedicati agli studenti universitari sono fissati dal Comune in cui è l’immobile. Se il prezzo è più alto la richiesta non è legittima.
Se invece il proprietario decide di non utilizzare un contratto per studenti, allora non esistono vincoli rispetto all’importo del canone d’affitto (a parte il buon senso). L’unico modo per evitare canoni sproporzionati è quello di fare una ricerca di mercato facendo una ricerca su internet e chiedere l’aiuto di un professionista immobiliare.
Come pagare l’affitto
È nell’interesse sia del proprietario che del locatario pagare l’affitto tramite bonifico, in modo da avere sempre una traccia di quanto pagato. Evita quindi di pagare con metodi non tacciabili, tipo ricariche Postepay (o altre prepagate), vaglia postali, Western Union o MoneyGram. E se il proprietario ti chiede di non pagare tramite bonifico, significa che qualcosa non va.